Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36397 del 29 agosto 2014

ECLI:IT:CASS:2014:36397PEN

Massima

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La sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 (c.d. aggravante mafiosa) richiede l'accertamento di specifici elementi fattuali che dimostrino l'efficacia intimidatrice e la forza di pressione tipiche degli assetti organizzativi mafiosi, non essendo sufficiente il mero riferimento a contesti di criminalità organizzata o alla caratura mafiosa dell'agente. Il giudice deve pertanto analizzare dettagliatamente il contesto in cui si colloca la vicenda, le modalità della condotta, l'evocazione da parte dell'imputato di un sodalizio criminale di particolare spessore, al fine di accertare se tali elementi abbiano concretamente influito sulla capacità di resistenza della vittima. L'omessa o insufficiente motivazione su tali aspetti essenziali integra un vizio logico-giuridico che inficia la valutazione in ordine alla sussistenza dell'aggravante, rendendo necessario un nuovo esame da parte del giudice di rinvio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DI SALVO E. - rel. Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1573/2008 CORTE APPELLO di MESSINA, del 24/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per inammissibilita'.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre per cassazione avverso la sentenza della Corte d'appell…

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