Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20887 del 3 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20887PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La retrodatazione del termine massimo di durata della custodia cautelare, prevista dall'art. 297 comma 3 c.p.p., opera soltanto quando tra i fatti oggetto delle diverse ordinanze cautelari emesse nei confronti dello stesso indagato/imputato esista una connessione qualificata ai sensi dell'art. 12 comma 1 lett. b) e c) c.p.p., ovvero quando i reati successivi siano stati commessi per eseguire quelli precedenti. In assenza di tale connessione qualificata, la retrodatazione è ammissibile solo se al momento dell'emissione della prima ordinanza cautelare esistevano già elementi idonei a giustificare le misure applicate con le successive ordinanze, circostanza che deve essere adeguatamente motivata dal giudice. Pertanto, il mero collegamento temporale o probatorio tra i fatti non è sufficiente a integrare il requisito della connessione qualificata ai fini della retrodatazione del termine massimo di custodia cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - rel. Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) OR. SE. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 8937/2009 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 09/12/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO GIORDANO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. Fraticelli che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Or. Se. e' stato raggiunto da ordinanza di custodia in carcere emessa il 22/3/07 dal GIP del Tribunale di Napoli, eseguita il 3/4/07 e revocata…

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