Il provvedimento di diniego del condono edilizio è illegittimo qualora risulti accertata l'esistenza del manufatto entro il termine di legge, in assenza di adeguata motivazione e istruttoria da parte dell'amministrazione comunale. L'eccessiva durata del procedimento amministrativo di condono, protrattosi per oltre tre anni dalla presentazione dell'istanza, integra un ulteriore vizio di legittimità del provvedimento impugnato, in quanto sintomatico di un difetto di motivazione e di carenza istruttoria. L'amministrazione comunale è tenuta a valutare attentamente la documentazione prodotta dal richiedente il condono, anche in relazione a eventuali modifiche strutturali intervenute successivamente alla realizzazione dell'opera, al fine di verificare la sussistenza dei presupposti per l'accoglimento dell'istanza di sanatoria. Il principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, sancito dall'art. 97 della Costituzione, impone all'ente locale di concludere il procedimento di condono edilizio in tempi ragionevoli e con adeguata motivazione, a tutela del legittimo affidamento del privato. In caso di mancata costituzione in giudizio dell'amministrazione comunale, il Giudice amministrativo può desumere la carenza di motivazione e di istruttoria del provvedimento impugnato, procedendo all'annullamento dello stesso.