L'amministrazione è tenuta a provvedere espressamente e motivatamente sull'istanza presentata dal privato, entro i termini previsti dalla normativa di riferimento, non potendo opporre il silenzio o l'inerzia. In caso di mancato adempimento, il giudice amministrativo può ordinare all'amministrazione di concludere il procedimento entro un termine perentorio, con riserva di nomina di un commissario ad acta in caso di ulteriore inerzia. Il principio di buona amministrazione e di tutela del cittadino impone all'amministrazione di esercitare i propri poteri in modo tempestivo e trasparente, evitando comportamenti dilatori o omissivi che possano pregiudicare l'esercizio dei diritti e degli interessi del privato. L'obbligo di provvedere espressamente, motivando le proprie determinazioni, costituisce un corollario del diritto di difesa e del diritto ad una buona amministrazione, sanciti a livello costituzionale ed europeo. L'inerzia o il silenzio serbato dall'amministrazione, in assenza di valide ragioni giustificative, integrano un'illegittima compressione delle prerogative del cittadino e possono dar luogo a pronunce giurisdizionali volte a ripristinare la legalità e l'imparzialità dell'azione amministrativa.