Cassazione penale Sez. III sentenza n. 42390 del 17 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:42390PEN

Massima

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Il giudice, nel disporre la misura di sicurezza dell'ospedale psichiatrico giudiziario nei confronti dell'infermo di mente, non può applicarla in via automatica ed obbligatoria, ma deve verificare l'attualità della pericolosità sociale dell'imputato e motivare adeguatamente la scelta della misura, la quale deve risultare appropriata a garantire sia la cura dell'infermo che il contenimento della sua pericolosità sociale. Ciò in quanto, in un ordinamento ispirato al principio personalista, le misure di sicurezza nei confronti degli infermi di mente incapaci totali si giustificano solo se rispondono contemporaneamente a tali due diverse, ma collegate e inscindibili, finalità. Un sistema che risponda ad una sola di queste finalità, e non all'altra, non può ritenersi costituzionalmente ammissibile. Pertanto, il giudice dell'esecuzione ha l'obbligo di verificare l'attualità della pericolosità sociale dell'infermo e di motivare in ordine alla scelta della misura da applicare, la quale deve risultare appropriata alle esigenze di cura e contenimento della pericolosità sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. ROSI Elisabett - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VA. SA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1086/2009 CORTE APPELLO di PERUGIA, del 19/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/09/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ELISABETTA ROSI;

udito il P.G. in persona del Dott. SPINACI Sante che ha concluso per l'inammissibilita'.

OSSERVA

Rilevato che con sentenza del 19 marzo 2010, la Corte di app…

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