Cassazione penale Sez. I sentenza n. 34122 del 4 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:34122PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La revoca dell'indulto è legittima quando, nel quinquennio dall'entrata in vigore della Legge n. 241 del 2006, il condannato è stato condannato a pene detentive superiori a due anni per reati non colposi, in conformità alla previsione di cui all'art. 3 della medesima legge. Tuttavia, il giudice dell'esecuzione deve valutare l'eventuale sussistenza del vincolo della continuazione tra i reati commessi dal condannato, anche in relazione a sentenze diverse da quelle considerate dal giudice della cognizione per escludere tale vincolo, al fine di determinare correttamente la pena da eseguire. Il giudice dell'esecuzione non può ritenersi vincolato dalla sola pronuncia del giudice della cognizione che abbia escluso la continuazione tra alcuni, ma non tutti, i reati commessi dal condannato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. CASA Filippo - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 62/2014 TRIBUNALE di GELA, del 10/07/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIPPO CASA;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 10.7.2014, il Tribunale di Gela, in funzione di Giudice dell'esecuzione, revocava l'indulto applicato a (OMISSIS) nella misura di tre anni di reclusione e 10.0…

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