Il recesso unilaterale da una convenzione di concessione di uso esclusivo di un'area pubblica, finalizzata allo svolgimento di attività di promozione sociale, culturale e turistica nonché di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, è legittimo qualora l'ente concedente accerti gravi inadempienze da parte del concessionario, quali la realizzazione di abusi edilizi, l'utilizzo dell'area per scopi diversi da quelli previsti dalla convenzione, come il parcheggio e la manutenzione di mezzi per la raccolta dei rifiuti, nonché la gestione non conforme alle disposizioni regolamentari in materia di servizi igienici e di gestione dei rifiuti. Tali gravi violazioni, debitamente accertate e contestate, integrano un grave inadempimento contrattuale che legittima l'esercizio del diritto di recesso unilaterale, senza che sia necessaria la previa comunicazione di avvio del procedimento, trattandosi di un atto di natura paritetica e non di un provvedimento amministrativo. Inoltre, la preesistenza di alcune strutture nell'area concessa non esclude l'illegittimità della realizzazione di ulteriori manufatti in assenza del prescritto permesso di costruire, non rientrando tali opere nelle ipotesi di cui all'art. 7 del D.P.R. n. 380/2001 in cui non è richiesto il titolo edilizio.