Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36285 del 14 settembre 2004

ECLI:IT:CASS:2004:36285PEN

Massima

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L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 è applicabile quando la condotta criminosa, pur in assenza di una comprovata appartenenza degli imputati a un'associazione di tipo mafioso, denoti oggettiva idoneità a evocare nei soggetti passivi l'esistenza di consorterie e sodalizi applicatori della valenza criminale dei reati commessi, attraverso modalità tipiche delle associazioni mafiose, come la richiesta sistematica di tangenti commisurate all'attività e ai ricavi degli imprenditori, l'ostentata interscambiabilità dei ruoli tra i diversi soggetti coinvolti, la reiterazione delle richieste estorsive secondo scadenze programmate e la previsione di azioni punitive nei confronti dei renitenti, inducendo così un clima di omertà e necessitata sottomissione delle vittime. Tali elementi, pur in assenza di una prova diretta dell'effettiva appartenenza degli imputati a un'organizzazione criminale, sono sufficienti a integrare i requisiti dell'aggravante, la cui applicazione non è preclusa dalla circostanza che gli imputati abbiano successivamente posto in essere iniziative risarcitorie a favore delle persone offese. Inoltre, il diniego delle circostanze attenuanti generiche è giustificato dalla gravità dei fatti, commessi in breve tempo ai danni di diversi imprenditori, e dalla notevole capacità a delinquere degli imputati, desumibile anche dai loro precedenti penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE QUINTA SEZIONE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.: Marrone Franco - Presidente Lattanzi Giorgio - Consigliere Calabrese Renato Luigi - Consigliere Ferrua Giuliana - Consigliere Di Popolo Angelo - Consigliere ha pronunciato la seguente SENTENZA / ORDINANZA sul ricorso proposto da: 1) An. De. Gr. n. il (...) 2) Pa. Ru. n. il (...) avversa SENTENZA del 24.09.2003 Corte Appello di Napoli visti gli atti, la sentenza ed il procedimento; udita in Pubblica Udienza la relazione fatta dal Consigliere Di Popolo Angelo udito il Procuratore Generale, in persona del S.P.G. dott. Anna Maria De Sandro che ha concluso per il rigetto del ricorso FATTO E DIRITTO L'adita Corte di appello ha confermato, con le modalità del rito camerale previsto dall'art. 599 c. p.p., la sentenza del G.U.P. presso il Tribunale di Napoli, emessa all&…

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