La lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio, sia essa realizzata attraverso l'esecuzione di opere di trasformazione urbanistico-edilizia del territorio (c.d. lottizzazione "materiale") ovvero mediante operazioni giuridiche di frazionamento del suolo e successiva vendita dei lotti (c.d. lottizzazione "giuridica" o "cartolare"), costituisce un illecito urbanistico sanzionato dalla legge, anche in epoca antecedente all'entrata in vigore della legge n. 47 del 1985, in quanto già vietato dall'art. 28 della legge n. 1150 del 1942, come sostituito dall'art. 8 della legge n. 765 del 1967. Pertanto, l'amministrazione comunale può legittimamente disporre la sospensione delle attività edificatorie in corso, ai sensi dell'art. 18 della legge n. 47 del 1985, anche con riferimento a condotte realizzate anteriormente all'entrata in vigore di tale ultima disposizione, in quanto la stessa ha sostanzialmente codificato una nozione di lottizzazione abusiva già presente nell'ordinamento giuridico. La mancata comunicazione di avvio del procedimento non determina l'illegittimità del provvedimento di sospensione, in quanto tale atto rientra nell'ambito di applicazione dell'art. 18 della legge n. 47 del 1985 e non è soggetto alle garanzie partecipative di cui all'art. 7 della legge n. 241 del 1990, trattandosi di un provvedimento di natura cautelare e non sanzionatoria, caratterizzato da una rigida scansione procedimentale.