Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29466 del 16 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:29466PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza ai fini della conferma della custodia cautelare in carcere, deve procedere ad un'attenta e ponderata analisi delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, verificandone la credibilità soggettiva e l'attendibilità intrinseca ed estrinseca, secondo i consolidati canoni giurisprudenziali. Tali dichiarazioni, se convergenti e sorrette da ulteriori elementi probatori, possono costituire idonea base indiziaria per l'applicazione della misura cautelare, anche in assenza di riscontri diretti sulle specifiche condotte contestate all'indagato. Eventuali riferimenti a soggetti diversi dall'indagato, contenuti nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori, non inficiano necessariamente la valutazione complessiva della gravità indiziaria, qualora risulti comunque accertato il coinvolgimento dell'indagato nell'attività criminosa contestata. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la propria valutazione degli elementi probatori, dando conto dell'iter logico-giuridico seguito e delle ragioni per le quali ritiene superate le argomentazioni difensive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. ((omissis)) il 29.1.2008, difensore di:

MU. Sa., nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Caltanissetta dell'11 dicembre 2007;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Sentita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis)) BRUNO;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Sostituto Dr. D'ANGELO Giovanni, che ha chiesto l'inammissibilita' d…

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