Il giudizio sulla attualità del pericolo cautelare, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere fondato sulla valutazione congiunta della personalità dell'indagato, desumibile anche dalle modalità del fatto per cui si procede, e delle sue concrete condizioni di vita, al fine di effettuare una prognosi specializzante e non astratta circa la probabile recidiva. Non è necessaria la previsione di una "specifica occasione" per delinquere, essendo sufficiente la valutazione della sussistenza di elementi non ipotetici, ma reali, dai quali si possa dedurre la probabilità di una "prossima" ricaduta nel delitto, senza che ciò implichi un requisito di "imminenza". Analogamente, la valutazione di adeguatezza della misura carcerare, quale unica idonea a fronteggiare il grave quadro cautelare, implica una prognosi infausta in ordine all'inflizione di una pena inferiore ai tre anni, senza che ciò comporti necessariamente l'accertamento di una probabilità di condanna superiore a tale soglia.