Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38101 del 28 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:38101PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p. sussiste non solo quando l'agente aggredisce direttamente il soggetto passivo, ma anche quando la sua condotta oppositiva, pur non essendo una diretta aggressione fisica, si riverbera comunque negativamente nell'esplicazione della relativa funzione pubblica, impedendola o ostacolandola. L'elemento oggettivo del reato è integrato anche dalla cosiddetta "resistenza impropria", che si realizza quando il comportamento dell'agente, pur non essendo una diretta aggressione fisica, impedisce o ostacola comunque l'esercizio della funzione pubblica. L'elemento soggettivo del reato, inoltre, è integrato dalla coscienza e volontà di usare una forma di violenza per opporsi al compimento di un atto dell'ufficio o del servizio, a prescindere dalla sussistenza di una vera e propria aggressione fisica. Pertanto, il reato di resistenza a pubblico ufficiale può configurarsi anche in assenza di una diretta aggressione fisica, essendo sufficiente una condotta meramente oppositiva che si riverberi negativamente sull'esercizio della funzione pubblica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Va. Fa. , nato a (OMESSO);

contro la sentenza del 26 gennaio 2006 emessa dalla Corte d'appello di Roma;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Sostituto Procuratore generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito l'avvocato ((omissis)), in sostituzione dell'avvocato ((omissi…

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