Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40801 del 27 ottobre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:40801PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione di tipo mafioso può essere desunta dalla commissione di delitti-scopo rientranti nel programma comune, dalle loro modalità esecutive e da altri indicatori fattuali che, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti al fenomeno della criminalità organizzata, consentano di inferire logicamente l'appartenenza dinamica dell'indagato al sodalizio, purché si tratti di indizi gravi e precisi. Anche la semplice presenza sul luogo dell'esecuzione di un reato fine, palesando chiara adesione alla condotta dell'autore, può integrare gli estremi della partecipazione criminosa quando abbia fornito stimolo all'azione e un maggiore senso di sicurezza. Integra il delitto di tentata estorsione, e non quello di tentata violenza privata, la condotta di chi ponga in essere atti idonei diretti in modo non equivoco ad impedire l'apertura di un esercizio commerciale per preservare gli interessi di un proprio congiunto che eserciti una attività simile, poiché in tal caso la condotta è rivolta a procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno economico. La presunzione relativa di pericolosità sociale per il partecipe ad associazione mafiosa può essere superata solo quando dagli elementi a disposizione del Giudice emerga che l'associato abbia stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa, sicché, in assenza di elementi a favore, sul Giudice della cautela non grava un onere di argomentare in positivo circa la sussistenza o la permanenza delle esigenze cautelari. Tuttavia, il tempo trascorso dai fatti, naturalmente in assenza di ulteriori manifestazioni di appartenenza al sodalizio, va valutato in ragione della sua effettiva estensione e del significato che esso può assumere in termini di allontanamento dal contesto delinquenziale rispetto alla gravità degli addebiti mossi all'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CANANZI Francesc - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 13/01/2022 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. FRANCESCO CANANZI;
lette le conclusioni del Sostituto procuratore generale Dott. PERLA LORI, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Reggio Calabria, in funzione di giudice del riesame, con la ordinanza emessa il 13 gennaio 2022 confermava, previa riqualificazione della con…

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