La partecipazione all'associazione di tipo mafioso si caratterizza per il concreto e stabile inserimento dell'agente nella struttura organizzativa del sodalizio, idoneo ad attestare la sua messa a disposizione in favore del gruppo per il perseguimento dei comuni fini criminosi, a prescindere dalla formale affiliazione. Ciò che rileva ai fini della valutazione dell'appartenenza è la possibilità di attribuire al soggetto la realizzazione di un qualsivoglia apporto, anche minimo ma riconoscibile, alla vita dell'associazione, tale da far ritenere avvenuto il dato dell'inserimento attivo con carattere di stabilità e consapevolezza oggettiva. Il compimento di attività causalmente orientate a favore dell'associazione non richiede ulteriori indici probatori in ragione della loro indubbia autoevidenza. Pertanto, il giudice può ritenere integrata la condotta partecipativa anche in assenza di una formale affiliazione, sulla base di un compendio indiziario che dimostri il concreto e stabile apporto del soggetto agli scopi del sodalizio, come l'aver messo a disposizione i propri locali per gli incontri della cosca, l'essersi adoperato per reperire somme a favore dei sodali detenuti, l'aver svolto attività commerciali nell'interesse del gruppo, l'aver manifestato preoccupazione per l'utilizzo di telefoni e il rinvenimento di microspie, nonché la disponibilità a custodire armi. Tali elementi, valutati nel loro complesso, possono integrare la prova della partecipazione, a prescindere dalla definizione che i collaboratori di giustizia abbiano dato del ruolo dell'indagato. Inoltre, il danneggiamento subito dal soggetto, se avvenuto per il suo presunto "parlare troppo", non è indice della sua estraneità al sodalizio, ma al contrario può essere considerato una sanzione inflitta dal vertice della cosca per il mancato rispetto del riserbo imposto dalla consorteria. Infine, in presenza di gravi indizi di partecipazione all'associazione mafiosa, opera la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p., che può essere superata solo attraverso elementi idonei a dimostrare la recisione del legame associativo, non essendo sufficiente la mera allegazione di elementi di segno contrario, come l'incensuratezza o le condizioni familiari e sociali del soggetto.