Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21215 del 20 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21215PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione mafiosa può essere desunta anche da elementi di fatto concludenti, senza necessità di una formale affiliazione, quando emergano gravi indizi di un rapporto di confidenza e di completa disponibilità dell'indagato per le esigenze del sodalizio criminoso, come l'aver agito per favorire l'acquisizione di beni di valore da parte della famiglia mafiosa, anche attraverso intestazioni fittizie, e l'essere stato messo a conoscenza di fatti riservati riguardanti i vertici dell'organizzazione. In tali casi, la pericolosità sociale dell'indagato e l'adeguatezza della misura cautelare della custodia in carcere sono presuntivamente configurate, potendo essere vinte solo con la prova di una stabile dissociazione dell'indagato dal sodalizio criminale, non desumibile dalla sola incensuratezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LO. VE. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 23/12/2008 TRIB. LIBERTA' di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. CIANI Gianfranco, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore dell'indagato avvocato REINA Antonio, che ha concluso per l'annullamento della ordinanza impugnata.

La Corte di Cassazione:

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