Il divieto di rinnovo tacito dei contratti pubblici, sancito dall'art. 23 della legge n. 62/2005, esprime un principio generale di diritto che opera per la generalità dei contratti pubblici, ivi incluse le concessioni di servizi pubblici. Tale principio può essere derogato solo in via eccezionale, con puntuale motivazione da parte dell'amministrazione che dia conto delle specifiche ragioni che giustificano il ricorso alla proroga, in considerazione del fatto che il divieto di rinnovo tacito costituisce attuazione di un vincolo comunitario discendente dal Trattato CE. Pertanto, la possibilità di proroga prevista dalla lex specialis, pur potendo in astratto consentire una limitata deroga al principio generale, deve essere analiticamente motivata, dovendo l'amministrazione chiarire le ragioni per le quali si è stabilito di discostarsi dal principio generale del divieto di rinnovo. Inoltre, il risarcimento del danno per perdita di chances è subordinato alla dimostrazione, secondo un giudizio di prognosi formulato ex ante, che l'aspirazione al provvedimento fosse destinata nel caso di specie ad esito favorevole, quindi alla dimostrazione della spettanza definitiva del bene collegato a tale interesse, ma tale giudizio prognostico non può essere consentito allorché detta spettanza sia caratterizzata da consistenti margini di aleatorietà, come nel caso di partecipazione e aggiudicazione di una gara d'appalto.