Il giudice dell'esecuzione, pur non potendo modificare il giudicato penale, ha il potere di interpretare la sentenza irrevocabile al fine di determinare l'esatta data di commissione del reato, qualora tale elemento non sia stato oggetto di specifico accertamento nel giudizio di cognizione e la sua individuazione risulti rilevante ai fini dell'esecuzione della pena, come nel caso in cui il condannato abbia subito una pregressa custodia cautelare il cui computo incida sulla durata della pena da espiare. In tali ipotesi, il giudice dell'esecuzione può esaminare il contenuto della sentenza e gli atti del procedimento per ricavare gli elementi utili a collocare temporalmente il fatto di reato, senza con ciò trascendere i limiti del giudicato. Tale potere interpretativo del giudice dell'esecuzione trova fondamento nell'esigenza di assicurare la corretta e completa esecuzione della pena, nel rispetto dei principi di legalità e di parità di trattamento, evitando che il condannato sia privato di benefici penitenziari cui avrebbe diritto in ragione della durata effettiva della sua condotta criminosa.