Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve effettuare una prognosi concreta ed attuale del pericolo di reiterazione del reato, fondata su elementi specifici e non su meri dati di carattere generale o congetture. A tal fine, il giudice deve considerare tutti gli elementi rilevanti, quali i precedenti penali, le pendenze giudiziarie, le modalità e la gravità dei fatti contestati, nonché le concrete condizioni di vita e la personalità dell'indagato, senza limitarsi a considerazioni astratte o generiche sulla facilità di commettere determinati reati o sulla carenza di organico degli uffici preposti ai controlli. La motivazione deve essere adeguata e logica, evitando riferimenti meramente assertivi o privi di riscontri fattuali. Inoltre, il giudice deve valutare con attenzione le esigenze lavorative e familiari dell'indagato, contemperandole con le esigenze cautelari, al fine di adottare la misura più idonea e proporzionata. Il mancato esame di tali elementi e la carenza di una motivazione specifica sulla concretezza e attualità del pericolo di reiterazione del reato comportano l'annullamento del provvedimento cautelare.