Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La legittima difesa reale o putativa non è invocabile da chi accetta volontariamente una sfida o si pone consapevolmente in una situazione di pericolo dalla quale è prevedibile o ragionevole attendersi la necessità di difendersi dall'altrui aggressione. L'accettazione della sfida comporta per sua natura un inevitabile pericolo per la propria incolumità personale, fronteggiabile solo con la lesione dell'incolumità altrui, e pertanto esclude l'applicabilità dell'esimente della legittima difesa, sia reale che putativa. Inoltre, l'eccesso colposo di legittima difesa può essere riconosciuto solo se l'esimente della legittima difesa sussiste in astratto, circostanza che non ricorre quando l'agente ha accettato volontariamente una sfida. La motivazione della sentenza deve adeguatamente valutare tutti gli elementi oggettivi e soggettivi del fatto, senza limitarsi a considerazioni generiche sulla gravità del reato e sulla pericolosità sociale dell'imputato, al fine di verificare la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento delle attenuanti generiche. L'applicazione della recidiva obbligatoria, ai sensi dell'art. 99 c.p., commi 4 e 5, deve essere adeguatamente motivata, tenendo conto dell'aumento di pena che ne deriva.