Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28616 del 8 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:28616PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato di minaccia, può fondare il proprio convincimento sulle dichiarazioni della persona offesa, anche in presenza di contraddizioni, purché la motivazione risulti logica e coerente, senza che il giudice di legittimità possa procedere a una rivalutazione del compendio probatorio. L'esclusione delle circostanze attenuanti generiche deve essere adeguatamente motivata, non essendo sufficiente una mera affermazione di insussistenza. L'applicabilità dell'istituto della particolare tenuità del fatto, di cui all'art. 131-bis c.p., presuppone che le relative condizioni non siano state esplicitamente escluse dal giudice di merito nella ricostruzione della fattispecie e nelle valutazioni espresse in sentenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/03/2016 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/04/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIUSEPPE DE MARZO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. DI LEO GIOVANNI che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito l'avv. (OMISSIS), in sost.ne dell'avv. (OMISSIS), per l'imputato, il quale ha concluso per l&#x…

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