Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23369 del 11 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:23369PEN

Massima

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Il giudice, nel determinare l'aumento di pena per il reato continuato, deve motivare adeguatamente la misura dell'aumento, tenendo conto non solo dei criteri generali di cui all'art. 133 c.p., ma anche degli aumenti già applicati in sede di cognizione per episodi analoghi commessi nel medesimo periodo temporale, al fine di pervenire a una quantificazione congrua e coerente con il quadro complessivo. L'omissione di tale valutazione comparativa e la mancanza di una motivazione effettiva sulla determinazione dell'aumento di pena per la continuazione determinano l'annullamento dell'ordinanza con rinvio al giudice per le indagini preliminari affinché proceda a una nuova determinazione, adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 505/2015 GIP TRIBUNALE di ROMA, del 16/12/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROCCHI Giacomo;
lette le conclusioni del P.G. Dott. SPINACI Sante, che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza indicata in epigrafe, il G.I.P. del Tribunale di Roma, in funzione di giudice dell'esecuzione, ricono…

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