Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44321 del 30 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:44321PEN

Massima

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Il delitto di minaccia di cui all'art. 612 c.p. richiede che il male prospettato sia ingiusto, ossia non conforme al diritto, e idoneo a ingenerare timore nel soggetto passivo, valutato secondo un criterio oggettivo e in relazione alle concrete circostanze del fatto. La mera prospettazione di un intervento delle forze dell'ordine o dell'autorità giudiziaria, in sé legittima, non integra il reato di minaccia, in assenza di un riferimento esplicito, chiaro e inequivocabile a un male ingiusto. La motivazione della sentenza di condanna deve esporre in modo adeguato e logico le ragioni per le quali il giudice ha ritenuto provata la responsabilità dell'imputato, senza limitarsi ad affermazioni apodittiche o a richiami generici ad altri elementi di prova; in difetto, la motivazione è da considerarsi apparente e integra il vizio di violazione di legge deducibile con il ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/05/2018 del TRIBUNALE di PAOLA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere EDUARDO DE GREGORIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ((omissis)) Mariella, che ha concluso chiedendo;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
Il difensore della parte civile Avv. (OMISSIS), si riporta…

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