Cassazione penale Sez. II sentenza n. 1158 del 13 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:1158PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene appartenente a un terzo estraneo al reato è legittimo solo se sussiste un effettivo e concreto collegamento, anche indiretto, tra il bene e l'attività delittuosa dell'indagato, tale da rendere il bene idoneo a costituire pericolo di aggravamento o di protrazione delle conseguenze del reato ovvero di agevolazione della commissione di ulteriori fatti rilevanti. In assenza di tale collegamento, il sequestro preventivo non può essere adottato per finalità diverse da quelle previste dalla norma, come la tutela surrettizia degli interessi di una parte, in quanto ciò finirebbe inevitabilmente con il ledere i diritti dei terzi acquirenti in buona fede. Pertanto, una volta che il bene sia stato definitivamente trasferito a un terzo estraneo al reato, che ne abbia acquisito la proprietà in buona fede, il sequestro preventivo non può più essere legittimamente disposto, in quanto il bene ha ormai perso il nesso che lo collegava all'attività delittuosa degli indagati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI ((omissis)) del 21/11/2 -

Dott. MONASTERO Francesco est. Consigliere SENTE -

Dott. DE CRESCIENZO ((omissis)) N. 1 -

Dott. DI DOMENICO ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. BRONZINI ((omissis)) N. 13042/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SO. BA. ;

avverso l'ordinanza con la quale il Tribunale del riesame di Roma, in data 13 febbraio 2008, aveva confermato il decreto di sequestro preventivo emesso in data 18 gennaio 2008 dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale della stessa citta';

visti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione del Consigliere, Dott. ((omissis));

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