Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16470 del 18 aprile 2023

ECLI:IT:CASS:2023:16470PEN

Massima

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Il giudice di merito, ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione nei confronti di indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso, deve accertare il requisito dell'attualità della pericolosità sociale del proposto, non essendo sufficiente la mera presunzione di stabilità del vincolo associativo. Tale accertamento deve essere effettuato sulla base di elementi concreti e specifici, desumibili dal caso di specie, che dimostrino la persistenza di collegamenti e inserimenti del soggetto nell'associazione criminale, anche valorizzando il ruolo apicale e strategico rivestito all'interno del sodalizio, nonché eventuali condanne definitive per reati di associazione mafiosa. Pur essendo rilevante il decorso del tempo tra i fatti accertati e il giudizio di prevenzione, tale elemento non è di per sé ostativo all'applicazione della misura, dovendosi invece verificare se il proposto abbia compiuto sforzi concreti di reinserimento sociale, tali da far ritenere venuta meno la sua attuale pericolosità. La motivazione del giudice di merito deve pertanto dare conto in modo adeguato della sussistenza di tali elementi, senza poter fondare l'accertamento della pericolosità esclusivamente sulla mera presunzione di stabilità del vincolo associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CRISCUOLO Anna - Presidente

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antoni - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 29/04/2022 della Corte di appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Antonio Costantini;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Giuseppe Andrea Venegoni, che ha chiesto l'annullamento con rinvio del decreto impugnato.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Reggio Calabria ha rigettato il grav…

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