Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39170 del 28 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:39170PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale può essere legittimamente applicata solo in presenza di una valutazione concreta e attuale della pericolosità sociale dell'interessato, anche quando questi sia stato assolto in un precedente giudizio penale per il reato associativo che aveva costituito il presupposto per l'adozione della misura. Il giudice, nel valutare la persistenza della pericolosità, non può limitarsi a richiamare l'autonomia tra il procedimento di prevenzione e quello penale, ma deve esaminare specificamente gli elementi di fatto emersi nel giudizio penale, al fine di verificare se permangano concreti indizi di un legame stabile e attuale dell'interessato con l'associazione criminale, nonostante l'esito assolutorio. La mancata compiuta valutazione di tali elementi integra un vizio di motivazione che comporta l'annullamento del provvedimento con rinvio per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 21/10/2014 della Corte d'appello di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento denunziato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal componente ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale GAETA Piero, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio del decreto impugnato, con trasmissione atti ad altra sezione della Corte d'appello di Catanzaro.

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