Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il diritto al doppio grado di giurisdizione di merito, previsto dall'art. 6 CEDU, dall'art. 2 del Protocollo addizionale n. 7 CEDU e dall'art. 14 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, può essere limitato alla sola proposizione di questioni di diritto, senza che ciò comporti una violazione di tale diritto. Pertanto, la decisione di condanna emessa in appello, in riforma di una precedente sentenza di improcedibilità per tardività della querela, non lede il diritto al doppio grado di giurisdizione, essendo ammissibile il ricorso per cassazione limitatamente alle sole questioni di diritto. Inoltre, l'applicabilità dell'istituto della particolare tenuità del fatto, di cui all'art. 131-bis c.p., è preclusa quando la sentenza impugnata abbia già valutato la gravità della condotta in termini incompatibili con tale causa di non punibilità. Infine, l'inammissibilità del ricorso per cassazione impedisce di rilevare d'ufficio l'eventuale estinzione del reato per prescrizione maturata in epoca successiva alla pronuncia della sentenza impugnata.