Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32859 del 25 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:32859PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, deve procedere ad un'attenta disamina degli elementi probatori a carico dell'indagato, senza limitarsi a formule di stile, ma motivando in modo esaustivo e logico le proprie conclusioni. Ove ritenga provata la responsabilità dell'indagato in relazione ad uno specifico reato, come nel caso della ricettazione, tale accertamento non può essere automaticamente travolto dalla mancata integrazione degli elementi costitutivi di un diverso reato, come l'estorsione, atteso che i due addebiti possono essere autonomamente configurabili sulla base di distinti riscontri probatori. Inoltre, il giudice cautelare, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve tenere conto del complessivo profilo criminale dell'indagato, desumibile anche da precedenti specifici e gravi, che delineino un contesto di inquietante attività delittuosa in cui egli risulta inserito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BE. Ar. , nato il (OMESSO);

avverso l'Ordinanza del 16.12.2010 del Tribunale della Liberta' di Catanzaro;

sentita la Relazione svolta dal Cons. ((omissis)) Sandrelli;

sentite le Requisitorie del PG. (nella persona del Cons. ((omissis))) che ha concluso per il rigetto.

IN FATTO

La difesa di BE.Ar. interpone ricorso avverso l'Ordinanza del Tribunale della Liberta' di Catanzaro che…

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