Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12025 del 13 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:12025PEN

Massima

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La confisca di prevenzione può essere disposta sui beni nella disponibilità del soggetto ritenuto socialmente pericoloso, anche se tali beni siano stati acquistati prima dell'emergere della pericolosità sociale, purché vi sia un nesso logico tra il patrimonio acquisito e l'attività illecita svolta. Il giudice di merito può procedere alla confisca sulla base di una motivazione adeguata, che illustri in modo coerente e completo i presupposti di fatto e di diritto che giustificano l'adozione della misura patrimoniale, senza che sia necessaria una stretta correlazione temporale tra l'acquisizione dei beni e la manifestazione della pericolosità sociale. Il sindacato di legittimità sulla motivazione è limitato ai soli vizi di inesistenza o mera apparenza, essendo preclusa la deduzione di vizi logici o di travisamento probatorio, in ragione della peculiarità del procedimento di prevenzione, nel quale il ricorso per cassazione è ammesso solo per violazione di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenz - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 57/2011 CORTE APPELLO di PALERMO, del 18/02/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;

lette le conclusioni del PG Dott. Gaeta Pietro, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1. (OMISSIS) propone ricorso per Cassazione avverso il decreto della Corte di appello di Palermo con il quale e' stata confermata la confisca di prevenzione re…

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