Il provvedimento giurisdizionale emesso in sede di volontaria giurisdizione, anche se riguardante posizioni di diritto soggettivo, non ha carattere decisorio e definitivo, essendo suscettibile di modifica o revoca da parte del giudice che lo ha emesso, sia per motivi sopravvenuti che per circostanze preesistenti. Pertanto, tale provvedimento non è impugnabile con il ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., salvo che non contenga statuizioni in tema di spese di lite, le quali, in quanto espressione di un conflitto tra le parti, possono essere censurate con il ricorso per cassazione. Tuttavia, qualora il ricorso non investa direttamente la regolamentazione delle spese, ma questioni attinenti alla tutela di diritti soggettivi, queste ultime restano comunque suscettibili di essere riproposte nell'ambito di un giudizio a cognizione piena, nel quale far valere l'irreversibilità dell'acquisto della qualità di erede e l'irrilevanza del decorso del termine ex art. 481 c.c., trattandosi di verifica sottratta alla cognizione del giudice in sede di volontaria giurisdizione, il quale deve limitarsi a fissare il termine senza essere onerato del riscontro circa il suo rispetto da parte del destinatario.