Cassazione penale Sez. III sentenza n. 26369 del 18 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26369PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., può essere desunto dalla gravità e dalle modalità della condotta delittuosa, dalla personalità dell'indagato e dal suo modus operandi, che rivelino una spiccata propensione a commettere ulteriori reati della stessa specie, in particolare se diretti contro soggetti vulnerabili come i minori. A tal fine, il giudice deve fornire un'adeguata e logica motivazione, basata su elementi concreti e attuali, senza che sia necessario indicare la durata della misura cautelare in relazione alle indagini da compiere, qualora la stessa non sia disposta per garantire la conservazione o l'acquisizione probatoria. Inoltre, l'inutilizzabilità di alcuni elementi di prova non comporta l'annullamento del provvedimento cautelare, qualora il quadro indiziario risulti comunque sufficientemente grave sulla base di altri elementi probatori, come le dichiarazioni delle persone offese.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. SAVINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - Consigliere

Dott. DI NICOLA Vito - rel. Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la ordinanza del 08/11/2013 del Tribunale della liberta' di Caltanissetta;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. D'AMBROSIO Vito, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS) che ha concluso chiedendo l'accoglimento de…

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