Il delitto di circonvenzione di incapace si consuma nel momento in cui l'agente, abusando dello stato di infermità psichica della persona offesa, la induce a compiere un atto che importa per lei effetti giuridici dannosi, indipendentemente dalla realizzazione di un effettivo pregiudizio patrimoniale. La fattispecie si perfeziona con il compimento dell'atto produttivo di effetti giuridici, senza che sia necessario il conseguimento di un profitto da parte dell'agente o l'effettiva lesione del patrimonio della vittima, essendo sufficiente l'induzione a porre in essere un atto che limiti la sua libertà di autodeterminazione. Il tentativo non è configurabile in relazione a tale delitto, trattandosi di un reato di pericolo che anticipa la tutela penale a prescindere dall'effettiva lesione del bene giuridico protetto. Ciò vale anche nel caso in cui l'atto indotto sia un testamento, poiché il perfezionamento del reato si realizza con la redazione dell'atto, a prescindere dalla sua successiva pubblicazione o accettazione dell'eredità da parte dell'agente.