La destinazione urbanistica di un'area non costituisce di per sé elemento preclusivo all'assentibilità di un progetto di impianto di recupero rifiuti, in quanto ciò che rileva è la verifica in concreto della compatibilità dell'impianto con le caratteristiche dell'area di localizzazione, anche quando questa abbia destinazione agricola. La valutazione di compatibilità deve essere effettuata tenendo conto della consolidata situazione di fatto, caratterizzata da un'attività autorizzata da oltre 20 anni dalle competenti autorità, e del legittimo affidamento maturato dal privato, senza poter fare riferimento in modo astratto alla destinazione urbanistica. L'annullamento di titoli edilizi e autorizzativi rilasciati in passato per l'impianto deve essere adeguatamente motivato, in particolare con riguardo alla sussistenza di un interesse pubblico attuale e concreto, diverso dal mero ripristino della legalità, che prevalga sull'affidamento del privato. Inoltre, l'ordine di demolizione delle opere realizzate in forza dei titoli annullati deve essere preceduto dalla valutazione della possibilità di rimozione dei vizi che hanno determinato l'annullamento, nonché dell'opportunità di disporre la demolizione in luogo della sanzione pecuniaria, ai sensi dell'art. 38 del D.P.R. 380/2001.