Cassazione penale Sez. II sentenza n. 52445 del 21 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:52445PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in pejus non consente al giudice di appello di aggravare il trattamento sanzionatorio rispetto a quello stabilito dal primo giudice, quando il giudizio di impugnazione riguardi la medesima sequenza di reati unificati dal vincolo della continuazione, anche qualora il giudice di secondo grado abbia riconosciuto circostanze attenuanti prevalenti sull'aggravante contestata. In tali casi, il giudice di appello è vincolato a non peggiorare la posizione dell'imputato, non solo in relazione alla pena complessiva, ma anche con riferimento ai singoli parametri di commisurazione di ciascun segmento che compone il reato continuato. Pertanto, l'aumento della pena per la continuazione disposto dalla Corte di Appello, in misura superiore a quello fissato dal primo giudice, integra una violazione del divieto di reformatio in pejus, che comporta l'annullamento della sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio, con rinvio ad altro giudice di appello per il nuovo giudizio sul punto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. VERGA G. - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. MONACO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 45/2016 CORTE APPELLO di TRENTO, del 04/11/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/09/2018 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CUOMO Luigi, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Ricorre per cassazione (OMISSIS) avverso la sentenza della Co…

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