Il rilascio di un'autorizzazione edilizia temporanea o "in precario" da parte del Comune, anche se successivamente scaduta, esclude il carattere abusivo dell'opera realizzata ai fini dell'applicazione della normativa sul condono edilizio, in quanto tale autorizzazione, pur essendo limitata nel tempo, sana l'eventuale abuso pregresso e non consente di qualificare l'opera come realizzata in assenza di un titolo abilitativo. Pertanto, il diniego del condono edilizio è legittimo qualora, alla data del 31 dicembre 1993, l'opera risulti coperta da un'autorizzazione temporanea, ancorché successivamente scaduta, in quanto in tal caso non può ritenersi integrato il requisito dell'abusività previsto dalla legge per l'accesso al condono. Inoltre, il mantenimento dell'opera oltre il termine di scadenza dell'autorizzazione temporanea integra un'ipotesi di abuso edilizio sopravvenuto, sanzionabile ai sensi dell'art. 7 della legge n. 47 del 1985, e non già ai sensi dell'art. 10 della medesima legge, riferito alle opere eseguite in difetto di autorizzazione edilizia.