Il rischio concreto di sottoposizione a trattamenti inumani e degradanti costituisce un motivo ostativo all'estradizione verso la Repubblica Popolare Cinese. Ciò in quanto plurime fonti internazionali e affidabili, come organismi delle Nazioni Unite, organizzazioni governative e non governative, danno atto di sistematiche violazioni dei diritti umani e del tollerato ricorso a forme di tortura nei centri di detenzione cinesi, nonché della sostanziale impossibilità da parte di istituzioni e organizzazioni indipendenti di verificare le effettive condizioni di detenzione. Pertanto, il rischio di trattamenti incompatibili con il rispetto dei diritti fondamentali non può essere escluso sulla base di sole generiche rassicurazioni fornite dall'Autorità richiedente, consistenti nella mera indicazione del quadro normativo posto a tutela dei diritti dei detenuti, in assenza di concrete garanzie circa il loro effettivo rispetto. La verifica di tale rischio deve essere condotta sulla base di elementi oggettivi, attendibili, precisi ed opportunamente aggiornati, senza che possano ritenersi sufficienti le dichiarazioni dell'Autorità estera circa l'assenza di violazioni, in mancanza di adeguate informazioni e garanzie specifiche.