Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40030 del 30 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:40030PEN

Massima

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Il delitto di minaccia, quale reato di pericolo, richiede che l'espressione minacciosa sia intrinsecamente idonea a cagionare effetti intimidatori sul soggetto passivo, valutata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto, senza che sia necessaria la verifica dell'effettivo turbamento psichico. Tuttavia, ove le frasi ritenute minacciose appaiano di contenuto equivoco e generiche, e le circostanze del caso, come l'assenza di precedenti e i buoni rapporti tra le parti, depongano per l'inidoneità delle stesse a provocare un grave turbamento psichico, il fatto non può ritenersi sussistente. La motivazione che si limiti ad affermare in modo assertivo l'idoneità intimidatoria delle espressioni utilizzate, senza adeguatamente considerare tutti gli elementi rilevanti, è da considerarsi apparente e, pertanto, inidonea a sorreggere la pronuncia di condanna per il delitto di minaccia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/11/2017 del TRIBUNALE di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. EDUARDO DE GREGORIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. PINELLI MARIO MARIA STEFANO, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio relativamente al reato di cui all'articolo 594 c.p.;
per il resto annullamento senza rinvio per prescrizione.
udit…

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