Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39851 del 23 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:39851PEN

Massima

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La legittima difesa non può essere invocata da chi si pone volontariamente in una situazione di pericolo, esercitando una violenza analoga a quella subita. La sussistenza del reato di lesioni personali non è esclusa dalla mera possibilità che le lesioni siano state causate da un incidente, in assenza di elementi fattuali e motivazioni che sorreggano tale ipotesi. La reciprocità delle offese non può essere affermata in modo apodittico, senza una adeguata ricostruzione della dinamica dei fatti. Il reato di minaccia, essendo reato di pericolo, non richiede l'effettiva intimidazione del soggetto passivo, essendo sufficiente che il male minacciato sia potenzialmente idoneo a incutere timore e a incidere sulla sfera di libertà psichica della persona offesa. La motivazione della sentenza deve contenere una descrizione dettagliata della condotta dell'imputato e un'analisi puntuale delle deposizioni testimoniali, al fine di consentire una corretta applicazione dei principi di diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. ER., N. IL (OMESSO);

contro

TU. FL., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 15/11/2007 GIUDICE DI PACE di MONTICHIARI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE RENATO LUIGI.

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Luigi Ciampoli che ha concluso per l'inammissibilita' del ric…

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