Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42113 del 2 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:42113PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che, in presenza di un conflitto di interessi, omette di astenersi dalla votazione di un atto deliberativo e vota per favorire un proprio congiunto, realizza il reato di abuso d'ufficio, in quanto la sua condotta, oltre a violare il dovere di astensione, procura ingiustamente al congiunto il vantaggio patrimoniale derivante dalla nomina o dall'elezione. Tale condotta è connotata dal dolo specifico, essendo diretta al perseguimento dell'interesse privato del pubblico agente, in assenza di qualsiasi finalità di pubblico interesse, come dimostrato dal diverso comportamento tenuto dallo stesso agente in precedenti occasioni analoghe. L'ingiustizia del vantaggio patrimoniale conseguito dal congiunto del pubblico agente può consistere non solo nell'erogazione di una somma maggiore da parte dell'ente pubblico, ma anche nell'attribuzione di tale somma ad un soggetto diverso da quello che ne avrebbe avuto diritto in caso di astensione del pubblico agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO ((omissis)) del 14/10/2 -

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. rel. Consigliere SENTE -

Dott. PAOLONI ((omissis)) N. 1 -

Dott. CITTERIO ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. FIDELBO ((omissis)) N. 6970/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 689/2007 CORTE APPELLO di PALERMO, del 30/10/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/10/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAMENDOLA FRANCESCO PAOLO;

Udito il Procuratore Generate in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Ud…

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