Il reato di tratta di persone ex art. 601 c.p. si configura quando la vittima, in condizione di vulnerabilità o di bisogno, è indirizzata verso l'Italia e accolta dagli imputati, i quali approfittano della sua situazione di debolezza per asservirla allo scopo di avviarla alla prostituzione, privandola dei documenti e sottoponendola al loro totale controllo, senza che la vittima abbia altra scelta effettiva se non cedere agli abusi subiti. Il consenso della vittima, ottenuto con l'inganno o l'approfittamento della sua situazione di vulnerabilità, non esclude la configurabilità del reato, essendo il bene giuridico tutelato dalla norma la libertà e l'autodeterminazione della persona, a prescindere dalla sua iniziale adesione. Il reato di tratta di persone ex art. 601 c.p. può concorrere con quello di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ex D.Lgs. n. 286/1998, art. 12, in quanto i due reati tutelano beni giuridici diversi, il primo la libertà della persona, il secondo l'ordine pubblico e il controllo dei flussi migratori. La determinazione della pena deve tenere conto della gravità del fatto, del ruolo svolto dall'imputato e della sua personalità, senza che possano essere accolte censure meramente fattuali e generiche sulla valutazione del trattamento sanzionatorio.