Il decreto con il quale il tribunale fallimentare respinge il reclamo avverso l'atto con cui il curatore ha esercitato la facoltà di scioglimento dal contratto pendente non ha natura decisoria, in quanto non risolve una controversia su diritti soggettivi, ma rientra tra i provvedimenti che attengono all'esercizio della funzione di controllo circa l'utilizzo, da parte del curatore, del potere di amministrazione del patrimonio del fallito; pertanto, tale provvedimento non è impugnabile con ricorso per cassazione, in quanto si tratta di atti interni alla procedura fallimentare, di carattere ordinatorio ed inerenti alla gestione del patrimonio del debitore, neppure definitivi e non revocabili. La trascrizione della domanda giudiziale ex art. 2932 c.c., ove successiva all'iscrizione a ruolo della domanda di concordato preventivo, non è ostativa allo scioglimento del contratto preliminare da parte del promittente venditore, in quanto l'art. 169 l. fall. fa rinvio all'art. 45 l. fall. e vi è maggiore convenienza del potere di disporre liberamente dei beni per i creditori concorsuali, stante la sproporzione tra il valore di mercato degli immobili promessi in vendita ed i prezzi indicati nei contratti preliminari, nonché la consistente riduzione del prezzo conseguente all'accollo da parte della società dei debiti di un terzo verso il promissario acquirente.