Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La valutazione dell'attendibilità della testimonianza della persona offesa, soprattutto nei reati che coinvolgono i minori, deve essere particolarmente penetrante e rigorosa, verificando attentamente la credibilità soggettiva del dichiarante e l'attendibilità intrinseca del suo racconto. Tale verifica è ancora più necessaria quando emergono elementi di criticità, come la suggestionabilità della minore o fattori di inquinamento della fonte dichiarativa, al fine di accertare se le prime dichiarazioni siano genuine e non frutto di induzioni o suggestioni esterne. Inoltre, la valutazione degli elementi di riscontro alle dichiarazioni della persona offesa deve essere logica e coerente con le risultanze processuali, senza travisamenti della prova. Infine, l'utilizzo di prove indiziarie a carico dell'imputato deve rispettare i criteri di gravità, precisione e concordanza previsti dall'art. 192 c.p.p., comma 2, senza basarsi su indizi esigui e privi di una chiara capacità dimostrativa.