Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37560 del 20 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:37560PEN

Massima

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Il reato di truffa si perfeziona solo con l'effettivo conseguimento dell'ingiusto profitto da parte dell'agente e il correlativo danno patrimoniale della persona offesa. Pertanto, in assenza di prova dell'avvenuta erogazione delle somme richieste e dell'effettivo danno subito dalla Curatela Fallimentare e dall'INPS, la condotta degli indagati, anche ove integrasse artifici e raggiri, non può configurare il delitto di truffa consumata, ma al più un tentativo di truffa. Tuttavia, il tentativo di truffa non è configurabile quando le somme richieste erano effettivamente dovute ai lavoratori, i quali ne erano i legittimi destinatari, e la presentazione delle domande di pagamento, pur con l'utilizzo di procure all'incasso, non era idonea a indurre in errore i soggetti passivi, i quali, una volta verificata la debenza delle erogazioni, avrebbero comunque proceduto ai relativi pagamenti. In tali ipotesi, difetta l'oggettiva attitudine degli atti contestati a cagionare un danno patrimoniale ai soggetti passivi, elemento essenziale del delitto di truffa, anche nella forma del tentativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI CALTANISSETTA;

nei confronti di:

1) GI. GI. MA. LU. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 104/2010 TRIB. LIBERTA' di CALTANISSETTA, del 11/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LINA MATERA;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

FATTO

Con l'ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale di Caltan…

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