La pubblica amministrazione, nell'esercizio del potere concessorio di occupazione di suolo pubblico, può legittimamente procedere alla disdetta di concessioni permanenti preesistenti, in attuazione di un piano di massima occupabilità approvato dall'organo competente, senza necessità di una puntuale motivazione, in quanto la disdetta è espressione di un diritto potestativo che non richiede una specifica giustificazione. Tale potere di disdetta può essere esercitato anche in relazione a concessioni permanenti già rilasciate, purché nel rispetto della disciplina regolamentare che prevede il preavviso di almeno trenta giorni rispetto alla scadenza della concessione. L'adozione del piano di massima occupabilità rientra nella competenza dei municipi, in quanto espressione della potestà di disciplinare l'occupazione di suolo pubblico nell'ambito del proprio territorio, nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal comune. Nell'esercizio di tale competenza, i municipi possono legittimamente individuare specifiche aree in cui non consentire l'occupazione di suolo pubblico, in ragione della necessità di bilanciare gli interessi pubblici di tutela del contesto storico-artistico e di sviluppo economico, senza che ciò comporti una violazione del principio di affidamento o dell'obbligo di motivazione. Il mancato rinnovo di una concessione di occupazione di suolo pubblico non richiede l'acquisizione di pareri o valutazioni in ordine all'impatto economico-finanziario, in quanto l'interesse pubblico alla salvaguardia dei luoghi storici e artistici prevale su qualsiasi altro interesse.