Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6198 del 7 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:6198PEN

Massima

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Il delitto di minaccia sussiste quando l'agente, con coscienza e volontà, pone in essere una condotta idonea a provocare l'intimidazione della persona offesa, senza che sia necessario il proposito di tradurre in atto il male minacciato. L'elemento soggettivo del dolo può essere desunto dalle caratteristiche oggettive della condotta, senza che sia rilevante l'intento dell'agente di difendersi da un'azione illecita del soggetto passivo. Le dichiarazioni della persona offesa, pur se caratterizzate da incertezze sulla collocazione temporale dell'episodio, possono essere ritenute attendibili ove siano coerenti con il contesto probatorio complessivo e non presentino profili di manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 29/06/2011 del Tribunale di ((omissis)) R.G. 11/2010;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione svolta dal ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. SCARDACCIONE Eduardo, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito, per la parte civile, l'Avv. (OMISSIS), il quale ha concluso per il rigetto…

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