La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: L'amministrazione competente può disporre la diffida e la contestuale sospensione temporanea dell'autorizzazione all'esercizio di un'attività di recupero e smaltimento rifiuti, ai sensi dell'art. 278, comma 1, lett. b), del D.Lgs. n. 152/2006, solo qualora siano specificamente indicate le prescrizioni autorizzative violate e sia accertata la sussistenza di una situazione di pericolo per la salute pubblica o per l'ambiente. In assenza di tali presupposti, il provvedimento di sospensione è illegittimo per violazione di legge e difetto di motivazione. Inoltre, prima di adottare il provvedimento di sospensione, l'amministrazione è tenuta a comunicare l'avvio del procedimento all'interessato, al fine di consentirgli di partecipare al procedimento e presentare osservazioni, salvo che non ricorrano specifiche ed urgenti ragioni che giustifichino la deroga a tale obbligo, in quanto il contraddittorio procedimentale è funzionale alla formazione di una decisione ponderata e rispettosa del principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa.