Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20769 del 25 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:20769PEN

Massima

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Il concorso nel reato di truffa informatica si configura quando l'imputato riceve direttamente sul proprio conto corrente la somma di denaro indebitamente sottratta dalla carta di pagamento della persona offesa, realizzando così l'ingiusto profitto con altrui danno, senza che sia necessario un precedente passaggio di denaro. In tale ipotesi, il reato di truffa informatica si consuma nel momento dell'accredito della somma sul conto dell'imputato, a differenza della ricettazione che presuppone la consumazione di un delitto precedente. Pertanto, la condotta dell'imputato che riceve sul proprio conto la somma di denaro proveniente da truffa informatica deve essere qualificata come concorso nel reato di truffa informatica ex art. 640-ter c.p., il quale si prescrive in nove anni nei confronti del recidivo specifico, anziché come ricettazione ex art. 648 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovan - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. BORSELLINO M. D - rel. Consigliere

Dott. SARACO Antoni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24 giugno 2019 della CORTE APPELLO di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MARIA DANIELA BORSELLINO;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ALFREDO POMPEO VIOLA, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Mi…

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