Il rilascio di un'autorizzazione paesaggistica da parte di un pubblico ufficiale, sulla base di una relazione tecnica che attesta falsamente la compatibilità ambientale di un intervento edilizio, integra il reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico di cui all'art. 480 c.p. Ciò in quanto l'autorizzazione paesaggistica presuppone la verifica di specifici requisiti di fatto, previsti dalla normativa di settore, la cui attestazione contraria al vero da parte del pubblico ufficiale determina la falsità dell'atto, a prescindere dalla mera interpretazione della normativa applicabile. Tuttavia, la complessità e la controversa interpretazione della disciplina sull'istituto della "cessione di cubatura", che regola l'accorpamento di fondi ai fini edificatori, può incidere sull'elemento soggettivo del reato, escludendo il dolo richiesto per la sua configurazione. Inoltre, la prescrizione del reato, maturata nelle more del giudizio di legittimità, determina l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.