La sospensione cautelare di una licenza taxi da parte della pubblica amministrazione, in attesa della conclusione di un procedimento penale a carico del titolare, deve essere adeguatamente motivata con l'indicazione delle "gravi ragioni" che giustificano l'esercizio di tale potere cautelare e del termine di durata della sospensione, non potendo quest'ultimo eccedere il tempo strettamente necessario. In assenza di una preventiva individuazione da parte della Giunta Capitolina dei reati per i quali può essere disposta la sospensione cautelare, l'amministrazione non può limitarsi a fare riferimento alla mera pendenza di un procedimento penale, ma deve fornire una motivazione rafforzata ai sensi dell'art. 21-quater, comma 2, della legge n. 241/1990, dimostrando in concreto il pericolo di reiterazione di condotte illecite da parte del titolare della licenza e la necessità di adottare la misura cautelare per un periodo di tempo strettamente necessario. L'illegittimità del provvedimento di sospensione cautelare, per carenza di adeguata motivazione, comporta la condanna dell'amministrazione al risarcimento del danno in favore del titolare della licenza, quantificato in relazione agli introiti non percepiti durante il periodo di sospensione, con una riduzione del 30% per le spese non sostenute.