Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12011 del 18 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:12011PEN

Massima

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Il diritto di critica, quale limite scriminante del reato di diffamazione, presuppone la veridicità, anche putativa, degli addebiti mossi e il rispetto della continenza espressiva, intesa come proporzione tra la gravità dell'addebito e le modalità della sua manifestazione. In assenza di elementi concreti a supporto delle accuse formulate, l'attribuzione di una condotta illecita, truffaldina e fraudolenta, oltrepassa il limite della continenza, configurando il reato di diffamazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CE. RI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 16/06/2006 TRIBUNALE di PISTOIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE RENATO LUIGI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Giovanni D'Angelo, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

udito il difensore Avv. ROCCA Alberto.

OSSERVA

Ce.Ri. e&#x…

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