Il reato di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, alla riduzione in schiavitù, al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione di giovani donne, anche minorenni, reclutate in Nigeria con l'inganno della prospettiva di un regolare lavoro in Europa e sottoposte a riti voodoo, è configurabile quando risulti provata l'esistenza di un vincolo associativo tra i partecipi, caratterizzato da stabilità, reciproca consapevolezza dei ruoli e finalità criminose comuni, anche se non necessariamente attraverso la prova di specifiche condotte di ciascun imputato, essendo sufficiente la dimostrazione del suo inserimento organico nell'associazione e del contributo, anche indiretto, al perseguimento dei suoi scopi illeciti. Il ruolo di colui che, pur non essendo direttamente coinvolto nelle attività di reclutamento, trasporto e sfruttamento delle vittime, si limita a svolgere un'attività di controllo e sorveglianza sui luoghi di esercizio della prostituzione, fornendo anche il servizio di trasporto delle giovani donne, è comunque rilevante ai fini della configurabilità del reato associativo, in quanto tale attività, svolta in modo continuativo ed esclusivo, garantisce il funzionamento dell'organizzazione criminale e il perseguimento dei suoi obiettivi illeciti. Pertanto, la condanna per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, alla riduzione in schiavitù e allo sfruttamento della prostituzione è legittima anche nei confronti di colui che, pur non essendo direttamente coinvolto nelle attività di reclutamento e sfruttamento delle vittime, svolge un ruolo di controllo e sorveglianza sui luoghi di esercizio della prostituzione, fornendo il servizio di trasporto delle giovani donne, in quanto tale attività, svolta in modo continuativo ed esclusivo, garantisce il funzionamento dell'organizzazione criminale e il perseguimento dei suoi obiettivi illeciti. Inoltre, la condanna per i reati-fine dell'associazione, quali la tratta di esseri umani, la riduzione in schiavitù e lo sfruttamento della prostituzione, è legittima anche nei confronti di colui che, pur non essendo direttamente coinvolto nelle attività di reclutamento e sfruttamento delle vittime, svolge un ruolo di controllo e sorveglianza sui luoghi di esercizio della prostituzione, in quanto tale attività, svolta in modo continuativo ed esclusivo, garantisce il funzionamento dell'organizzazione criminale e il perseguimento dei suoi obiettivi illeciti. Infine, la determinazione dell'ammontare della provvisionale assegnata alle parti civili in sede penale rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale non è tenuto a fornire una motivazione specifica sul punto, essendo il relativo provvedimento destinato ad essere travolto dall'effettiva liquidazione dell'integrale risarcimento in sede civile.